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Ricordi estivi di paesaggi di montagna in una Milano autunnale.


Ciao a tutti,
rieccomi rientrata in quel di Milano ormai, purtroppo, già da un po’.

Questo post giusto per condividere qualche ricordo dell’estate appena conclusa e che mi ha vista rivisitare posti dove non tornavo da un po’ di anni. Sto parlando delle Dolomiti e più precisamente di Corvara.
Queste montagne mi sono molto familiari visto che ci ho passato tutta l’infanzia e anche oltre, erano però quasi 10 anni che non ci tornavo e nello specifico è la prima volta che visito Corvara.

Devo ammettere che ne sono rimasta piacevolmente sorpresa, il posto è bellissimo ed in una zona che ho scoperto essere particolarmente strategica per una serie di motivi.
Il fatto che non sia molto grande permette di essere visitata a piedi in lungo e in largo e, vista la mia natura ormai cittadina, la cosa non ha potuto che essere per me una bella sorpresa.
Oltre a questo però, quello che mi ha più stupito e che non credevo di trovare e di sperimentare con tanto entusiasmo, è stato scoprire che Corvara è circondata da percorsi di ogni tipo in mezzo alla natura, dai sentieri pianeggianti in mezzo ai boschi ai percorsi per raggiungere i paesi vicini fino alle salite verso vette e rifugi a latitudini decisamente maggiori.
Il tutto praticamente partendo da sotto casa. Mi sono scoperta quindi, io ormai milanese acquisita doc che ama girare in mezzo al traffico e che pensa a città deserte quando non vede tram autobus e taxi nel giro di 10 metri, amante del trekking ad oltranza cui dedicavo 4/5 ore al giorno.
Ecco qui un esempio dei cartelli che mi trovavo di fronte, molto diversi da quelli soliti in cui mi imbatto nel traffico milanese, per la serie “trova le differenze!”.

017 cartelli sentiero per colfosco

“Cosa può esserci di più bello di svegliarsi la mattina, fare un’abbondante colazione altoatesina, mettere gli scaroponcini e perdersi in montagna, per poi tornare per pranzo e ricominciare fino a sera, da sola senza niente intorno?”. Ecco quello che mi sono ritrovata a dirmi…incredibile, vero?
Ed ecco invece qui sotto alcuni dei paesaggi che in cui mi sono trovata immersa passeggiando e vagando senza cartina e senza meta nei dintorni di Corvara, non male, eh?

collage paesaggi 1

E di questi altri scorci, con la mia inquietante ombra che si staglia sul pendio, che vogliamo dire?

collage paesaggi 2

Inutile dire che il numero di persone che ho incontrato nelle mie escursioni solitarie non è stato molto elevato, niente di più lontano dalla calca della metropolitana neanche in orario non di punta.

Ogni tanto, però, qualche incontro lo facevo, a parte qualche escursionista o ciclista, a farmi compagnia tra un curvone ed un sentiero, non potevano certo mancare le mie amiche mucche, tranquille, pacifiche e goderecce come non mai!

011 mucche strada V

Ovviamente tutto questo camminare non poteva che risvegliare anche un certo appetito, no?
Secondo voi quante occasioni mi sono persa di gustare l’ottima cucina ladina? Esatto, praticamente nessuna!
Salto qui la descrizione di ogni snack, merenda, colazione, pausa in panetteria e pasticceria visto che potete facilmente immaginarne la misura e mi limito ad una visione d’insieme dii una cena tipica che ancora, al sol ricordo, mi fa venire fame…e non solo!

cena ladina COLLAGE

Con questo tripudio di, nell’ordine: speck con ricottina, minestra d’orzo, tirtlan, ravioli di ricotta, brasato con canederli e polenta (tutto con abbondante ed immancabile erba cipollina) e, dulcis in fundo (ed è proprio il caso di dirlo), frittelline di mele, vi lascio e vi do appuntamento ai prossimi post che immagino saranno leggermente più metropolitani di questi!

026 piedi prato margherite

Quindi che dire? Intanto buon weekend e a presto!

Milano sotto le feste


Ciao a tutti,
è da un po’ che non scrivo in questo blog se non di argomenti direttamente collegati al lungometraggio Honey Paradise come da post precedenti.
Ho pensato quindi di scrivere almeno un post su Milano in questo periodo dell’anno visto che non mi capita spesso di soffermarmi a descrivere la città in cui vivo e che ancora, dopo più di dieci anni, continuo ad amare.
Faccio una piccola premessa ovviamente soggettiva, Milano secondo me è bella sempre ed in ogni periodo dell’anno offre qualcosa, vabbeh, forse escludendo il periodo estivo in cui ci sono luoghi decisamente migliori dove stare, ma i mesi che preferisco sono decisamente quelli della stagione fredda, dall’autunno fino a febbraio/marzo. Secondo me infatti Milano va vissuta dentro ad un cappotto e con una sciarpa attorno al collo, le giornate che più la caratterizzano sono proprio quelle in cui il sole tarda a farsi vedere ed il buio arriva presto. E’ bello passeggiare e scoprire la città guardando all’interno dei suoi locali e caffè dove le persone non vedono l’ora di entrare per scaldarsi e dove ci si dilunga volentieri. Questo periodo mi ha sempre dato l’impressione di sottolineare la sua natura un po’ asburgica e delle volte, quando il freddo si fa più pungente, mi ricorda Vienna, coi suoi caffè, le sue pasticcerie e le sue vetrine addobbate a festa con le luci che provengono dall’interno e che ti fanno venir voglia di girare la testa a sbirciare dentro.

Detto questo, ecco secondo me qualche motivo in più per amare Milano sotto le feste. Certo, ci sarà sicuramente chi dirà che la confusione e la ressa degli acquisti natalizi non sono il biglietto da visita migliore per godersi piazze e vie ma io direi che con qualche piccolo accorgimento potete riuscire a godervi tutto senza fare a spintoni con migliaia di altre persone accalcate.

Motivo numero 1: La fiera dell’artigianato.
Appuntamento praticamente irrinunciabile per tutti ma soprattutto per chi è cittadino è la settimana dell’Artigiano in fiera, settimana in cui le normali attività settimanali e gli appuntamenti vengono momentaneamente sospesi per dare spazio ad almeno un paio di capatine in quel di Rho per qualche ora a girare tra le innumerevoli bancarelle dei padiglioni. Qualche dritta può essere sicuramente quella di riuscire a trovare un pomeriggio in settimana appena apre (intorno alle 15) e di evitare il weekend di apertura, partire quindi dai padiglioni dedicati all’Italia, soprattutto del sud, visto che poi nel pomeriggio tenderanno a riempirsi velocemente. La parte dell’Europa invece è relativamente più tranquilla ed è visitabile un po’ a tutte le ore.

fiera cibo collage

Ovviamente il meglio viene verso l’ora di cena quando si può scegliere tra gli innumerevoli ristorantini/pub/birrerie allestiti lungo il perimetro. Di solito la mia scelta ricade su uno dei punti enogastronomici bavaresi, con tanto di immancabile panino con wurstel e birra d’ordinanza, una piccola tradizione che si ripropone ogni anno.

panino salsiccia

Motivo numero 2: le bancarelle in centro.
Come se non bastassero i negozi vestiti a festa e le vetrine che ti attirano da lontano, ecco le bancarelle che spuntano qua e là per tutto il centro, una specie di fiera dell’artigianato dislocata per piazza Duomo, Cordusio, via Dante ed altre. Oltre a prodotti tipici e golosissimi si possono trovare anche prodotti artigianali, gioielli, antiquari, libri, porcellane,…insomma, di tutto di più.
collage bancarelle duomo

Motivo numero 3: gli Oh bej oh bej.
Come non parlare della fiera natalizia milanese per eccellenza? Il mercato in cui trovare prodotti artigianali, golosità ed un po’ di quell’atmosfera della Milano tradizionale che altrimenti durante il resto dell’anno è un po’ difficile scovare. Negli ultimi due, tre anni è anche migliorata visto che è ritornata nella sede intorno al Castello Sforzesco ed il numero di espositori è migliorato sia in numero (molti meno) che in qualità (si trovano molti meno ambulanti che vendono cose che con il Natale e l’artigianato ha poco a che fare, diciamo così).
collage oh bej oh bejImpossibile quindi non dedicare almeno un pomeriggio a girovagare tra le varie bancarelle alla ricerca di qualcosa di particolare, che ad avere un po’ di pazienza si riesce quasi sempre a trovare, con tanto di pausa a base di vin brulè e castagne o, nel mio caso, frittella calda!
frittella
Che dire, ci vediamo per il prossimo post dedicato al Natale ed ai pranzi pantagruelici delle feste?

Weekend a Dublino


 Ciao a tutti,
eccomi che come al solito ogni tanto mi ricordo di aggiornare un po’ questo povero blog che ultimamente ho un po’ trascurato.
Questo post però non ha niente a che fare con progetti filmici a proposito dei quali spero di avere presto notizie interessanti ma riguarda una piccola pausa che mi ha portato in una città che non avevo ancora avuto l’occasione di visitare: Dublino.
Oltretutto la trasferta è stata un’idea dalla mia compagna di viaggio dell’occasione, Paola, che col suo amore per l’Irlanda ha lanciato la proposta e devo dire che non ci ho messo davvero molto ad accettare!

Che dire? Devo ammettere che la città è stata una bellissima scoperta ed anche se un weekend non è sicuramente sufficiente soprattutto per riuscire a fare una visita come si deve oltre ai classici luoghi turistici che per forza si vedono in 72 ore, il che significa che prima o poi mi toccherà tornarci ed esplorare viuzze, quartieri, negozietti, locali, ecc…non credo sarà di certo una fatica!
Allora, partendo dalla base, sicuramente non si può perdere la zona di Temple Bar, dove credo chiunque capiti entro al massimo 2 ore dall’arrivo. E’ qui infatti che si concentra la vita principalmente serale e notturna. E’ decisamente il cuore pulsante della nightlife con pub in ogni angolo (che comunque non mancano in nessuna zona della città, inutile dirlo), artisti di strada che si alternano durante la giornata fino alle ore piccole, turisti, dublinesi e musica che esce da ogni locale. Ecco, un’altra cosa bella che mi è piaciuta molto è stata la quantità di musica dal vivo. In ogni strada ci sono gruppi, cantanti, musicisti che con il loro piccolo spazio improvvisano concerti ad ogni ora ed anche all’interno dei pub ci sono quasi sempre gruppi che suonano, cosa che, ahimè, in Italia è un’utopia!.

Lasciatevi quindi guidare anche dal caso ed entrate in un qualsiasi pub e godetevi, neanche a dirlo, una buona Guinness, un sidro od un’altra birra a scelta, qui non mancano di certo le alternative e capirete come il pub sia davvero parte integrante della vita di ogni dublinese ed irlandese che si rispetti!

Per passare ad un consiglio spassionato quanto scontato non mancate di visitare la Guinness Storehouse, è una tappa fissa e per quanto molto turistica come visita ne vale davvero la pena. Se volete potrete raggiungerla anche a piedi facendo una passeggiata costeggiando il Liffey in direzione ovest, magari di domenica mattina dopo aver fatto una sana colazione irlandese così unirete l’utile (della digestione della full Irish breakfast) al dilettevole (la vista della città).

Un’altra cosa che mi piace fare in genere in ogni città che si affaccia sul mare o non molto lontano è andare nella zona del porto. So che magari Dublino non ha ancora una zona dei docks simile a quella di Londra o Edimburgo per fare un paio di esempi, ma fare una passeggiata in questa zona, sempre costeggiando il fiume però in direzione est, è una passeggiata piacevole anche se non ci sono in effetti molte cose da vedere visto che è tutta una zona nuova della città che non si è evidentemente ancora sviluppata come potrebbe.

Altra cosa da fare secondo me è riuscire a perdersi nelle stradine e nei vicoli anche a nord del Liffey, da sempre considerata la zona meno nobile della città ma soprattutto sul lungofiume verso ovest ci sono molti ristorantini carini e pub dove poter passare la serata facendo un po’ le ore piccole (proporzionalmente alle abitudini della città).
Durante il giorno il giro non può non prevedere uno struscio lungo Grafton Street a sud del Liffey, la principale strada dello shopping, e O’Connell street a nord, l’arteria principale della città per quanto riguarda ritrovi, parate, feste, celebrazioni, ecc. Altra cosa appurata di persona, non fatevi spaventare dalle distanze che trovate sulle cartine, quasi tutti i luoghi d’interesse sono tutti raggiungibili a piedi, quindi perdetevi pure tra i numerosi parchi (ce ne sono ovunque e di bellissimi!), le chiese e i monumenti, Dublino si può attraversare da un lato all’altro tranquillamente camminando!

Un’ultima nota non poteva non prevedere un consiglio gastronomico! Ed è proprio a questo punto che vi dico che per quanto radicate possano essere le vostre abitudini soprattutto a colazione, non perdete l’occasione di una full Irish breakfast che comprende uova, bacon, pomodori, pudding, salsiccia, finghi, pane tostato e burro e, a volte, anche fagioli! Avrete sicuramente tutta la giornata per smaltire il tutto, non preoccupatevi!
Per quanto riguarda i pasti in centro riuscirete a trovare ristorantini con cucina tipica a non molti euro, anche nella turistica Temple Bar. Un esempio è nelle foto qui sotto che testimoniano come non ci siamo fatte sfuggire qualche buona salsiccia, il tradizionale fish and chips ed un paio di stufati di manzo ed agnello davvero considerevoli!

Che altro dire? Sicuramente la città offre più di quanto mi aspettassi e di quanto sia riuscita a veder. Spero vivamente di riuscire a tornarci e di riuscire a fare meglio tutte quelle cose meno turistiche che mi piacciono che in questa prima visita non sono riuscita a fare visto il poco tempo a disposizione!

PS: un ringraziamento ovviamente a Paola che ha lanciato l’idea di questo weekend e a cui appartengono alcune foto, soprattutto quelle in cui ci sono io (ovviamente) e quelle gastronomiche!

Quindi se andate a Dublino, oltre a salutarla da parte mia…Slainte!

Weekend in Valtellina, Teglio, sapori d’autunno e pizzoccheri, domenica.


Rieccoci qui, dopo il primo giorno del nostro weekend valtellinese dedicato alla trasferta svizzera, non potevamo che dedicarci al motivo principe per cui siamo passate in queste zone (ok, anche per il paesaggio) ovvero il pranzo con menu a base di pizzoccheri!

L’inizio della giornata oltretutto, non poteva cominciare meglio con il risveglio nel bed & breakfast che abbiamo scelto, la cui posizione ci fa godere anche di un bel panorama su tutta la vallata, il che non guasta soprattutto quando l’unica cosa che vedi fuori dal balcone a Milano è il balcone del tuo vicino!
Il posto è davvero bello ed accogliente, i due gestori sono simpatici e disponibili quindi se passate in zona vi sento davvero di consigliarvelo! Come anticipavo nel post precedente il posto si chiama B&B San Bernardo e si trova a Tirano. Vi lascio anche il link se volete dare un’occhiata.
http://www.bbsanbernardo.it/

Il risveglio comincia con qualcosa a cui vorrei dedicare una mia piccola nota di merito, ovvero la buonissima crostata bio di grano saraceno e marmellata preparata la sera prima da Cinzia che ha una passione, tra le altre cose, per la cucina biologica e del luogo. Inutile dire che era buonissima, una colazione decisamente diversa dalla mia solita fatta di biscotti inzuppati nel caffè della macchinetta al lavoro.

Dopo colazione ci siamo dirette a Teglio ed avendo giusto quel paio d’ora da far passare prima di sederci a tavola abbiamo fatto il nostro giro in paese che abbiamo notato essere letteralmente invaso da milanesi in gita fuoriporta con tanto di bus turistici per gite organizzate con tanto di tappe enogastronomiche a spacci e rivendite di prodotti tipici sulla via del ritorno, decisamente non male come promozione del territorio!

Dopo il giro turistico non possiamo però saltare quella che è stata, ammettiamolo, la parte principale della giornata!  A voi la testimonianza di quello di cui le nostre bocche da buongustaie hanno goduto, alla faccia dell’insalatina “no mozzarella, no mais” che sono abituata a consumare al tavolino del bar in pausa pranzo!

Nello specifico antipasto composto da tagliere misto e sciatt (formaggio di montagna fritto in pastella), pizzoccheri (ca va sans dire), vino Valtellina IGT, formaggi di montagna, crepe alle castagne.


I piatti puliti alla fine la dicono lunga sulla bontà del pasto. Avevate forse qualche dubbio?

Getaway estivi: due giorni a Mantova tra bici, cibo e campagna


Ciao a tutti,
 ecco che come ogni tanto capita, ritorno con un post che non ha molto a che fare con video e riprese ma, come ormai vi sarete accorti, l’estate si sta avvicinando e non si può evitare di trattare qualche scampagnata o gita fuori porta.
Considerato che la temperatura cittadina, una volta passato il monsone che ci ha portato la pioggia fino praticamente a fine giugno, sta raggiungendo livelli quasi di guardia, perché non approfittare di qualche giorno di ferie per godersi un po’ di sole in quel della Brianza? Ebbene sì, com’è che mi ricordo delle mie origini lacustri solo quando arriva la bella stagione? Eh lo so, il mio è un amore condiviso tra Milano e Como, dovrò farmene una ragione!

Questa volta però devo aggiungere l’occasione di una breve ma piacevolissima trasferta di 3 giorni in quel della campagna mantovana insieme alla fidata amica Sharon, una 72 ore in un agriturismo lontane anche da quei pochi impegni comaschi in una zona che nessuna delle due in effetti conosceva se non forse per qualche visita alla città dei Gonzaga ai tempi delle scuole.
Come spesso accade poi le cose organizzate per caso o all’ultimo momento sono sempre quelle che vengono meglio e così è stato anche in questo caso. Il post non potrà essere ovviamente esauriente su quanto si può fare a Mantova, soprattutto in un paio di giorni, ma ecco un paio di cose che sicuramente sono da provare.

Mantova è davvero una città molto carina, con un centro storico curatissimo e molto suggestivo, non per niente è patrimonio dell’Unesco, ed abbiamo constatato che la sera è anche vivo. I tavolini in piazza e le stradine sono piacevolmente popolate da gente che se la chiacchiera amabilmente e si da al sempre amato struscio post cena.

Noi purtroppo siamo riuscite a passarci solo una sera quindi ci siamo perse tutte le visite principali, Palazzo Te, palazzo Ducale e altri…sarà per la prossima volta.
L’uscita serale ci ha però permesso di godere di una cena tranquilla in una delle tante osterie del centro che hanno ancora il sapore dei ristoranti di una volta, non sarà difficile trovarne, stando sempre alla regola di cercare sempre attorno alle piazze principali ed avventurarsi nelle viuzze vicino.

Per quanto riguarda un’altra salutare attività che non avrà mancato di fare chi è già conoscitore della zona, ebbene sì, parliamo della bicicletta, non si può non menzionare la possibilità di arrivare a Mantova direttamente in bici su pista ciclabile a corsia protetta (quasi interamente) seguendo l’Eurovelo 7 che qui unisce Peschiera del Garda a Mantova (pista ciclabile del Mincio).
Se avete voglia di addentrarvi nei campi circostanti la città e perdervi in qualche ora bucolica non c’è modo migliore. Oltretutto anche solo nel breve tratto che da Marmirolo (dove eravamo noi) a Mantova, ci si imbatte in luoghi interessanti come la tenuta di caccia dei Gonzaga all’interno della riserva naturale Bosco Fontana, per il resto, lasciatevi guidare dalle biciclette e dai magnifici campi che vi circondano!

Certo, magari fatelo in primavera o autunno e non come noi a fine giugno con 30 gradi all’ombra ma alla fine ne sarà valsa senz’altro la pena!

Per quanto riguarda la nostra sistemazione abbiamo avuto il piacere di trovare per caso un agriturismo a pochi chilometri dalla città (agriturismo Beatilla per i più curiosi) dove, come da documentazione fotografica, siamo anche riuscite ad assaporare una buonissima cena tipica in mezzo alla campagna.

Per ora è tutto, che dire, la breve fuga cittadina ha dato come al solito i suoi frutti! Intanto ecco anche l’ultima testimonianza della premiata ditta Anna&Sharon alle prese con le ultime operazioni di scatti fotografici, per la serie Anna che fotografa Sharon che fotografa foglia.

Ora si ritorna in città ma qualche weekend al lago questa volta non me lo toglie nessuno, che dite?